Copio e incollo questo articolo di Varie, che riporta alcuni luoghi comuni sui comportamenti tra cani, che si parli di Staffy o di altre razze, leggete!!!!
di VALERIA ROSSI – E’ un argomento che ho già trattato più volte, in realtà: ma non ho mai
scritto un articolo “solo” su questo e quindi faccio un po’ un riassuntino di varie cose già dette, ma forse non lette o non recepite da tutti (anzi, leviamo pure il “forse”, visti alcuni commenti e
alcune domande che mi vengono poste spessissimo).
In ordine assolutamente sparso:
E’ normale che il cane adulto, specie se maschio, non abbia più voglia di essere amico di tutti gli altri maschi.
Meglio ancora: è normalissimo che voglia tenerli fuori dal suo territorio e da quella
che lui ritiene la sua “distanza di sicurezza”, e che possa anche litigarci se i suoi spazi vengono invasi. Vale anche per le femmine nei confronti delle altre femmine, ma in misura minore: ce ne
sono molte di più che vanno d’accordo con tutti. In compenso quelle litigiose solitamente “fanno sul serio”: se i maschi spesso ritualizzano (che lo facciano molto o poco, dipende anche dalla
razza), le femmine, quando decidono per la rissa, menano proprio per far male.
Attenzione: la tendenza a restare – o a non restare – amichevoli verso i conspecifici
dello stesso sesso anche in età adulta dipende moltissimo dalla razza (mentre per i meticci, ovviamente, è un terno al lotto ed è
impossibile prevederla).
Pensiero personale: volere a tutti i costi il cane “pacioccone”, il cane “che gioca con
tutti”, e forzare la sua natura per ottenere questo risultato, imponendogli fin da cucciolo autocontrolli e
inibizione di qualsiasi atteggiamento diverso da quello desiderato, a mio avviso è un vero e proprio maltrattamento.
In diversi casi ho visto letteralmente spegnere, o addirittura distruggere le doti naturali di un cane pur di ottenere che lo si potesse portare al parchetto. Mi
domando perché i proprietari di questi cani non abbiano scelto, magari, una razza diversa fin dall’inizio, anziché sprecare tutto quel tempo per snaturare il
proprio cane.
Non è normale che un cane dia letteralmente di matto quando vede un altro cane a duecento metri di
distanza, che si alzi su due zampe e cominci a sbraitare senza neppure sapere se l’altro è maschio o femmina, cucciolo o adulto; che rischi di strappar via un braccio al suo umano per lanciarsi
contro l’altro cane.
Se si ha un cane così è caldamente consigliabile rivolgersi quanto prima a persone
esperte che siano in grado di metterci una pezza: parlo di “pezze” perché i cani che non sono stati socializzati all’età corretta sono assai difficili da “riabilitare” completamente. Però,
male che vada, si può ottenere almeno – o con l’aiuto di altri cani (regolatori, teaching, tutor o quel che siano) o semplicemente attraverso l’obbedienza – di poter andare in giro senza
rischiare la rissa (o la facciata per terra dell’umano) ad ogni cane che si incrocia.
Non è
normale invece chiudersi in casa, o relegare in giardino un cane di questo genere: un tentativo, almeno, bisogna farlo per ridargli un minimo di “senso sociale”, visto che il
cane è un animale sociale.
Non è
normale che un maschio adulto attacchi femmine e cuccioli.
O c’è un problema (molto grave) di socializzazione, o c’è un problema genetico (e
quindi di selezione, se il cane è di razza. Se non lo è, si tratta di pura sfiga DOC).
E’
normalissimo che una femmina si incazzi, si rigiri, mostri i denti quando un maschio cerca di montarsela, o comunque fa avances di
tipo chiaramente “arrapato”, quando lei non è in calore.
Quasi sempre le sceneggiate che ne conseguono sono puramente dimostrative, ma può anche
scapparci il morso… e in questo caso il maschio imparerà forse a comportarsi in modo un po’ più urbano.
E purtroppo è
normale (almeno entro certi limiti: gli assatanati cronici proprio normalissimi non sono) che un maschio – specie se ha già montato, ma a volte anche no – ci provi, pure con una
certa insistenza, con tutte le femmine che incontra.
Invece non è
normale che continui a provarci anche dopo che la femmina gli ha spiegato che non c’è trippa per gatti. I cani esageratamente fissati con il sesso (proprio come i corrispettivi
umani) vivono male, in continue situazioni di stress, e sarebbe il caso di pensare alla castrazione (almeno a quella chimica) per il loro
bene, perché vivranno molto più sereni.
Purtroppo con gli umani non si può fare la stessa cosa, ma non si può avere tutto dalla
vita.
Nota: la castrazione, al contrario, non risolve quasi
mai i problemi di aggressività intraspecifica non legati al sesso ma alla dominanza, alla territorialità e così via, che sono di gran lunga i più diffusi.
Ultimamente la castrazione è diventata “di moda” e si tagliano via allegramente palle
come se fossero ciliege. Questo non mi sembra corretto, specie nei casi in cui è palese che non si risolverà nulla (vedi la maggior parte dei casi di aggressività interspecifica). Perché è vero
che per il cane non è un dramma, è vero che non subisce alcuno stress fisico né psicologico… ma gli studi più recenti sostengono che la castrazione nel cane troppo giovane, anziché essere una
valida prevenzione sanitaria come in quello anziano, può aumentare il rischio di patologie come l’osteosarcoma o i tumori alla prostata. Quindi un minimo di scrupolo nei confronti degli attributi
maschili sarebbe il caso di farselo.
Ancora a proposito di castrazioni, ma viste dal lato umano (sì, lo so, è fuori tema ma
ci terrei a dirlo): è normale che canili e rifugi sterilizzino – o obblighino i nuovi proprietari a sterilizzare –
le femmine.
Per loro la castrazione è sempre e solo
positiva dal punto di vista sanitario (previene una marea di patologie peraltro diffusissime) ed è assolutamente necessario intervenire così per evitare la
proliferazione di cucciolate “ad capocchiam”.
Non è altrettanto
normale, a mio avviso, che si renda obbligatoria la castrazione dei maschi giovani: un po’ per i motivi sanitari visti sopra e un po’ perché un maschio basta tenerlo sotto
controllo per evitare che vada in giro ingravidando cagnette.
Alla femmina può capitare che il maschio (magari randagio) zompi in giardino e faccia
il patatrac: manessuna femmina va cercando maschietti che se la trombino (le basta aspettare, e ne arrivano a frotte:
perché mai dovrebbe scappare di casa per cercarli?).
Se un adottante non viene ritenuto in grado di controllare il suo cane, non vedo perché
il cane gli si debba dare. Se invece è ritenuto in grado, allora a cosa serve castrare il cane?
E’ normale che il cucciolo socializzatissimo-che-è-sempre-andato-d’accordo-con-tutti, una volta diventato adulto, cambi
atteggiamento.
Non è
normale insistere fino allo sfinimento (o meglio, fino alla rissa grave, perché di solito va a finire così) per continuare “a socializzarlo”.
I cani si “socializzano” entro i quattro mesi di vita, punto: dopo non si può più
parlare di socializzazione ma di incontri, di comunicazione, di gioco, di tutto quello che vi pare… e che va tutto benissimo, se il cane è d’accordo. Ma se questi momenti conviviali non gli
piacciono più, bisogna dire BASTA e sostituirli con altri che vedano protagonisti soltanto i partner “giusti”: di sesso opposto, oppure cuccioloni che non vengano vissuti come una minaccia,
oppure dello stesso sesso ma “amici da sempre” con i quali non c’è mai stato alcun conflitto.
Attenzione, però: “non c’è mai stato” non significa “non ci sarà mai”. Può succedere, e
non è il caso di farne un dramma… a meno che i due amiconi-da-sempre non pesino uno due chili e l’altro sessanta: in questi casi occorre molta, ma molta attenzione.
E’
normale che il cucciolo socializzatissimo, anche se appartiene ad una razza tendenzialmente amichevole con tutti, se non vede più nessun cane per mesi o anni, si “desocializzi”
(passatemi il termine) del tutto o in parte.
I cani dovrebbero continuare a frequentare altri cani anche dopo l’età giovanile, se
vogliamo davvero che restino amichevoli.
No, questo non contrasta con ciò che ho detto poc’anzi: perché il cane devono continuare a frequentare gli
amici “giusti” per lui, e non “tutti i cani del mondo”, come purtroppo molti pensano.
E’ normale, normalissimo,
IPERnormale che i cani, giocando, ringhino e facciano sceneggiate napoletane.
Dovrebbe essere molto poco normale, invece (e invece, ahimé, è proprio la norma o
quasi) che i loro umani non sappiano distinguere un gioco da una rissa vera.
Perfino con i cuccioli si vedono fraintendimenti assurdi: ad ogni santissima puppy class a cui partecipo o a cui
assisto trovo sempre almeno una Sciuramaria che sbianca in volto e comincia a strillare: “Oddio, ma si fanno male!” quando i
cani cominciano a scaldarsi e quindi ringhiano come leoni e sembrano volersi staccare pezzi di orecchie, di zampe o di coda.
In realtà quello è il momento in cui cominciano a divertirsi sul serio, perché hanno
preso confidenza l’un l’altro: ma è anche il momento in cui, giocando, imparano tecniche di lotta, di caccia e tutto ciò a cui il gioco serve in realtà. Lasciateli giocare in pace e vedrete che
orecchie, zampe e code torneranno indietro sane e salve.
NOTA: anche
il fatto che qualcuno faccia un CAIN! non significa che si debba correre in clinica veterinaria. Giocando ci si può anche fare un po’ male:
succede. La vittima dice “cain” e l’altro si accorge che ha esagerato, quindi impara anche a regolare il morso la volta successiva.
Se fermiamo il gioco ad ogni uggiolio, nessuno imparerà mai un accidenti di
niente.
Tratto da "cos'è normale nel rapporto tra cani,
e cosa non lo è" di Valeria Rossi - tipresentoilcane.com